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Visualizzazione dei post da settembre, 2025

You are superb

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All'ultimo piano del palazzo d'ocra e di sogno dove s'allocava, tanti anni orsono, l'Istituto Mater Dei, che aveva gli occhi sulla timida salita di San Sebastianello c'era la stanza della direttrice, di nome Sister S.K. Era una donna alta e snella, dal volto rotondo e bianco, gli occhi di castagna dardeggiavano da sotto il reggivelo che era una striscetta bianca sulla quale si stendeva poi il velo scendente sugli omeri e quasi fino alla vita. Esser chiamate lì da lei, nell'empireo della scuola, voleva dire, al contrario, precipitare nell'abisso della paura. Toccò anche a me e che cosa mi capitò lo racconterò, ma non sino in fondo, qui sotto d'un rigo. Scendiamo tenendo il filo d'un palloncino rosa. Parlava in inglese, sgridava in inglese. La mia colpa le uscì come uno sputo dalle labbra eleganti e sottili: "You are superb", disse. Mi colpirono quelle tre parolette come tre frecce dalla punta avvelenata e sentii in gola un pizzicore e poi gl...

Messiè, Petruccio, Qui Quo Qua e altri amichini

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Il giardino è tutto ripulito, fioriscono aranciate le lantane e  candidi svettano, dondolando alla brezza, i calici degli oleandri, il plumbago, nelle sue iridescenze d'indaco, ricama con i suoi teneri fiorellini il cielo bigio e, nel vento che respira l'infinito, mirti, corbezzoli e lentischi mi rimandano il profumo di Sardegna che sentivo quando, in giugno, bambina, toccavo l'isola del mio eterno sogno. La data della partenza s'avvicina e saluto i tanti amichini che m'han fatto compagnia per tanti mesi. E sono le ghiandaie dalla coda azzurra che sfrecciano da un querciolo all'altro in cerca delle loro nocine, i tanti gatti che ho chiamato Messiè (un gatto grigio, maschio, che mi guarda e schiaccia le palpebre in saluto), poi Mangiatrice, una gattina sempre famelica che fa uscire dai gangheri Messiè. E poi... Poi ci sono  Qui, Quo, Qua, i nuovi micetti nati da mamma tartarugata (in foto uno dei tre, il più temerario che si lascia accarezzare e via parte il moto...

Nuvole di settembre

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  In casa, da piccolina,  quinta di cinque fratelli, nessuno mi badava, vivevo per così dire randagia, tra le erbe del giardino.  Miei i segreti che le radurine nascondevano agli occhi sbrigativi di chi mi stava accanto. Cercavo, con Anne O'Brien, la porta per Fairyland e l'abbiamo trovata in un angoletto segreto del boschetto e lì abbiamo festeggiato con il piccolo popolo... Era la mia vera vita. L'altra, la quotidiana scorreva nel disincanto.  Mio padre un giorno, e dovevo esser già una signorinetta, mi chiese: "Ma tu, che classe fai?". Davvero non lo sapeva e si stupì il giorno in cui, in sella al mio motorino, tornai dalla Sapienza dopo aver preso la laurea cum laude. Non credo sia mai andato una volta a parlare con i professori e mia madre di rado e non conoscevano la mia Luciana Stegagno Picchio, con la sua nuvola di capelli d'arancio sul capo, che mi diede la lectio magistralis sulla semplicità, che serbo ancora nel cuore. Allora e per sempre.  Riavvolg...

Un bimbo di nome Noè

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  La figlia di una mia amica d'infanzia ha avuto un bambino. E lo ha chiamato con un bel nome biblico, che parla di futuro e di vita che verrà. Ho voluto farle un pensierino, un pigiamino color arancio, con tutti gli animaletti della sua piccola arca, e, dopo averne fatto un pacchettino ingentilito in stile giapponese, l'ho portato a sua madre, lasciandolo nel gabbiotto del portiere di un bel palazzo del quartiere Parioli. Poi me ne sono andata via, nel mio taxi bianco, a un appuntamento dal notaio che mi vedeva far la parte di qualcun altro, tra visi scuri. Passati due o tre giorni, ho ricevuto la chiamata della mamma nuova ed è stato dolce, davvero, ripensare a quando era lei la piccolina e io e sua madre giocavamo con lei come, da piccoline, avevamo fatto con i nostri "Giovannino". E' stata una telefonata d'affetto acceso, nonostante i tanti anni di lontananza. E insieme abbiamo ricordato delle volte, tante, in cui lei e io ce ne andavamo per le rive sarde ...

Un ricordo mio di Suor Gervasia

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Un fiore per Suor Gervasia... Ho letto oggi, sul Corriere della Sera, un ricordo di Suor Gervasia l'angelo di Rebibbia, che teneva carteggi con tanti detenuti, compreso Giusva Fioravanti. Non so perché han scritto di lei sul quotidiano di Via Solferino, ma io l'ho conosciuta bene e ne conservo un ricordo indelebile che a suo tempo ho raccontato sul blog ora chiuso "Storie tragicomiche della mia infanzia. In onore di lei, viva nel mio cuore, lo ripropongo qui tale e quale a come appariva nel mio blog precedente. Pronti, ai posti, via: Avevo conosciuto Gervasia, anzi suor Gervasia, per una collana di eventi che non hanno in sé nulla di tragicomico e che, quindi, preferisco lasciar in un canto e, via, in allegria!    Lei, piccola, rotondetta, tutto pepe - come certe trottole che sembrano far piroette anche quando la luce nella cameretta è spenta e i bambini coricati - aveva avuto dalla superiora del suo Ordine (che si occupa di insegnare alle bambine) il permesso di non occup...

Mille diavolacci contro Cecilia

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Oh bene, benissimo la mia dolce Cecilia ha avuto chi si è incuriosito (e ha preordinato una copia, sì solo una copia) ma è cosa già grande - anche se a molti parrà niente, grandissima per me - in questo mondo di internet in cui centomila sono le tentazioni, mille e più gli ami e altrettante le blandizie.  Di libri ce ne sono in vendita a milioni, a trilioni, e il mio Dormi Cecilia ancora lo deve diventare e, ciononostante, c'è chi mi ha dato fiducia e ha comprato, senza conoscermi - consentendo al dolce vascello d'oro di Cecilia, una bambina del Rinascimento - a fare un passettino di danza in avanti e a continuare a sperare di raggiungere la meta e io so (perché la notte scorsa, insonne, ho sconfitto mille diavoli, che odiano l'innocenza di Cecilia) che ce la farà. Nonostante il mondo... Nel frattempo ottobre vestito di bigio ha colorato l'aldia di mestizia e di presentimenti e io m'appresto a lasciar la baia mariana dove ho vissuto tanti mesi in letizia, nel giard...

Danblè Dormi Cecilia!

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Il sole brucia e arde, e sembra ancora piena estate pur essendo già ottobre scalpitante dietro l'uscio, ma io non scendo in spiaggia e me ne vado invece, gambe in spalla, da una certa mia misteriosa e cara amica (di cui non svelerò né nome né professione) a parlare (come sempre) di libri, di fede e anche di "Dormi Cecilia" .  Mi chiede, così danblè, scrivimi con una penna d'oca, ora, qui, un abstract del tuo nuovo libro che io ho già prenotato. E così ci ho provato, insieme a lei, e di nuovo, come quando ho dovuto far la scheda per bookabook e di nuovo non mi veniva bene perché "Dormi Cecilia" è un vero e proprio romanzo (la seconda parte) che parla di una signorina, Cecilia, vissuta nel Rinascimento e racconta, con suspence, le sue avventure, ma è anche un libro di scoperte e illuminazioni perché da Milano a Roma io trovo piccole grandi gemme e le racconto in vivida forma e così ecco che l'anima del lettore, ne sono certa, s'accenderà in fiaccole e...

Dormi Cecilia e un museo milanese

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 https://www.storiediterritori.com/2025/09/17/il-nuovo-libro-di-benedetta-de-vito-sintitola-dormi-cecilia/ Per strade che incrociano un santo pellegrino, San Rocco, ho conosciuto Gianpaolo Pepe, oggi sindaco di Villavernia, che ha un bel blog che profuma delle sue terre piemontesi, e siamo rimasti amici alla lontana. Ogni tanto scrivo per lui e questa volta di Dormi Cecilia e di un museo tutto particolare e milanese che ho amato. Nel link troverete tutto quanto.

Un link per il mio libro (amatissimo) "Dormi Cecilia"

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Questa notte il signor Nuvolini con la sua valigetta piena di nubi filanti ha passeggiato il lungo e in largo per il firmamento e così al risveglio, stamane, ecco un cielo striato in ovatte di gradazioni colorate che vanno dal grigio al giallino. Oh fa niente mi sono detta, salutandolo mentre se ne andava via dopo aver fatto il suo lavoro, e mi sono rimessa a capo sul guanciale a riposare ancora un pochetto per arrivare alle sette.  E ho sognato. Ho sognato che il mio libro amatissimo, Dormi Cecilia, in una barchetta d'oro, lasciava la riva del mare, lasciandomi sulla battigia con i piedi nell'acqua. Una brezza leggera gonfiava le vele del piccolo naviglio e al timone mi pare di aver visto Francesco di bookabook che m'aiuta nell'impresa. Mi sono seduta a guardar l'apparizione che se ne andava via insieme al mio sonno... Se volete, potete prenotare una copia (o di più!) di Dormi Cecilia a questo link:  https://bookabook.it/libro/dormi-cecilia/

Franco, Erskine ed io

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https://www.nuovaeditriceberti.it/libri-nuova-editrice-berti/narrativa/lenigma-delle-sabbie/ Ero giovane, sui vent’anni, quando, via una cugina alla lontana, conobbi Franco Scaglia, allora giornalista Rai e poi scrittore di successo. Mi commissionò la traduzione della prima spy story mai scritta che si intitola “L’Enigma delle sabbie” e l’autore un irlandese di nome Erskine Childers. Precisa, alla scadenza gli presentai le pagine tradotte ben filologiche e fedeli all’originale, in stile borbonico ottocentesco, per capirci. Sedemmo uno di fronte all’altro per qualche minuto nel salotto profumato della sua bella casa ai Prati di Castello. lesse tenendo a pinza tra pollice e indice qualche aqquattro, poi lo vidi (e scolorii): stracciava il mio dattiloscritto (non c’erano ancora i computer e avevo battuto tutto sulla mia Olympia Olivetti dono di mio padre per il mio diciottesimo compleanno…). “Mmmma – balbettai. E lui, guardandomi diritto nelle pupille mie basite: "Forse non hai c...

Il vento è il respiro del Creato

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Conto i giorni che mi restano fino alla partenza  e penso a quanto mi mancherà, pur nella mia Romaamor (e le mie chiese ritrovate nella Messa del gallo!), il vento sardo, che è balsamo anche di notte in questi lidi.  Insonne e tutta pianto e gelo per l'inverno della Chiesa (dove il sei settembre è accaduto davvero l'impensabile e mi viene da dir con Cesare il dado è tratto...) me ne stavo lì, sola, a vivere di minuti e poi a recitar collane di giaculatorie  sul terrazzino - che io chiamo casa delle bambole - che guarda il giardino, il mare e in fondo la sagoma di Tavolara. Il silenzio m'abbracciava tutta quanta e neppure il rumore della risacca, proveniente dall'anello della baia, riusciva a rompere l'incantesimo e a darmi coraggio.  Il firmamento era color cobalto, la luna in ritirata pur lucente e d'oro, percorreva lenta e lontana il suo cammino lassù, le stelle, fredde, d'argento vivo, mi osservavano come tanti occhietti curiosi e poi d'un tratto ecco...

Martedì 16 settembre, ore 12...

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  Ci siamo quasi, martedì alle 12, scatta la mia piccola ora x e Cecilia, la mia Cecilia, sotto la protezione di sant'Eufemia (a a Milano Sant'Eufemia era la sua parrocchia...) comincia il suo viaggio e io, con la mia valigia piena di storie (ho appena iniziato il prossimo libro qui tra le onde sarde...) parto con lei verso l'ignoto con la speranza accesa e con il cuore in alto!

Raganelle e letteratura

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I segnalibri che manderò ai sostenitori di Dormi Cecilia. Si parte il 16 settembre,  con il crowdfunding di bookabook, avanti (lo dico a me stessa) e cuore in alto!   Riportando i libri (solo sfogliati) in biblioteca, questa mattina di mite e luminoso settembre, ripetevo tra me e me in pissi pissi  bau bau, questo triste mantra: "La letteratura, Benedetta mia, è morta". E ora che sono a casa, davanti al mare blu, con Tavolara regina che laggiù si stira in tanta bellezza, lo ripeto ad alta voce, sicura che nessuno sentirà: La letteratura è morta". Nei libri di oggi, quelli che prendo in prestito o che mi regalano, e che finiscono di solito a sonnecchiare sul comodino prima di essere riportati, intonsi, a casa loro o prima di passar di mano, non trovo mai e ripeto mai uno stile interessante, la cura per le parole e per le frasi, l'attenzione alle immagini usate che se sono abusate fanno piangere il gusto. Non trovo nulla se non parole spiattellate lì come capita, come ...

Piogge sarde

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Le piogge di fine agosto qui a Cala Girgolu mi trovavano nella piccola camera a due letti, color turchese, che dividevo con Marco. Io, con Il naso schiacciato contro il vetro a guardare la marina velata come una sposa, contenta, però. Picchiettavano sull'impiantito, danzando e in tutta allegria gli aghetti del cielo, l'aria si riempiva di fragranza di Sardegna, lentischi, corbezzoli, quercioli si stiracchiavano, felici, dopo la calura agostana, che li aveva sfiniti e il plumbago, in fantasmagoria di fiori azzurri, pareva rinascere in una rinnovata dopostoria, sciogliendosi tutto nella rinascenza. E noialtri, chi poteva, indossavamo la giacca a vento rossa (la mia) e via di corsa per lo stradone trasformato in fiume di fango a fare il bagno in mare. La voce della Mimma, acuta, chiara, ci sfiorava le orecchie: i fulminiiiii. Entrava di qua e usciva di là, spallucce. Tutti ridendo a piedi matti eravamo già sulla spiaggia e il primo che raggiungeva le onde, sfogliandosi di doss...

Folgorazioni, i miei sedici anni

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  Bambina, seria, tra tanti fratelli che mi ignoravano, osservavo il mondo e tra me, silente e ostinata, ripetevo: "Non è così" quando mia madre mi diceva è così e cosà e devi far questo e quello e quell'altro. Lo facevo, ubbidiente, certo, ma dentro sapevo, non so dire perché, che un giorno avrei trovato la piccola strada che conduceva alla verità. E' per questo, credo, che iniziai a scrivere. Le parole, sirene di luce, squadravano la pagina buia in cui mi muovevo, mi aiutavano a sgarbugliare le apparenze,  a dar aria al pasticcio di cui sono fatti i nodi del mondo. Scrissi il mio primo racconto a sedici anni e si intitolava "Riti di passaggio".  Fu scartato da Marcello Baraghini quando, io già di  ventisei anni, pescò tra i miei tanti, brevi scritti quelli che avrebbero formato "L'ingegnere e altri racconti" diventato poi un Millelire con la sua Stampa alternativa. Caro Marcello, quanti ricordi, quante parole ripetute, e noi ridenti, dal tuo ...

Elsa del mio cuore

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S'accendono le lucine nella baia e i lumini delle barche alla fonda. La terra pare un piccolo firmamento che scolora quando pian piano il cielo si veste di scuro per far posto alle tremule stelle. Io, qui, nel silenzio settembrino che mi solletica il ricordo, penso a quando, sui diciannove anni, incontrai per la via mia letteraria Elsa Morante. Fu amore incondizionato a prima vista. Lessi prima d'un fiato "La Storia", subito dopo "L'isola di Arturo" e poi, e ancora mi commuovo, "Menzogna e sortilegio". E c'era nelle sue storie pur amare, una lucente, meravigliosa speranza che altrove vi fosse la felicità... Sorrido tra me mentre ripenso a come desideravo ardentemente che arrivasse la sera per ritrovarmi, nel mio letto rosa, sola, a tu per tu con Elisa e con tutti i personaggi che popolavano il suo romanzo, per me, napoletano. Poi arrivò "Aracoeli" e il disincanto. Un libro duro, scorato che aveva perduto la speranza. Rincorrevo...

Non mi piacciono i gialli

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  Me ne stavo in spiaggia, sola soletta,  nel vento, a pensare ancora e di nuovo al  mondo nuovo di cui ho scritto ieri e che non è affatto migliore di quello in cui sono cresciuta io. D'un tratto presa un' automobile volante targata fantasia, eccomi parcheggiata davanti a una libreria. Entro e i libri mi chiamano: "me, me, compra me!". Un giallo, con cadavere eccellente. Un altro: "Io, io, io!" e sembra mettersi sulle punte per farsi bello. Lo tiro su: è un noir con omicidi. Lo poso e man mano che avanzo è tutto un cinguettar di libri che parlano di violenze, odio, vendetta, sangue e assassini. E se non c'è il sangue c'è la tristezza, lo scoramento, puzze e sordidezza. "Bontà vostra - dico ai volumetti che si sono ora placati - ma io non vi comprerò, per carità, e perché mai dovrei mettermi a bordo scena a leggere di orrori e orrendezze?". Sono di nuovo sulla spiaggia, sola soletta come sopra, e mi pare di aver capito perché i gialli imper...