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Visualizzazione dei post con l'etichetta libro

Chiara e io

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  Oh che belle le memorie quando sono ben scritte, succose di vita, con le parole giuste, scelte con arte, parole piene di ironia, di piroette, evocative a puntino. Gli aneddoti, simpatici, semplici, autentici, si fanno universali. Ho pensato a tutto questo nel rileggere, proprio oggi, un librino dimenticato che ho trovato nel sito Coseinutili e barattato per pochi crediti (non ricordo quanti, forse due). E il libro in questione è di Piero Chiara, uno scrittore che un tempo era celebre e ora dimenticato, incartato nella velina e messo in soffitta, e si intitola "Con la faccia per terra". Un libro di memorie, appunto, in cui lo scrittore torna in Sicilia prima nei racconti di lui bambino e ragazzino (accompagnando suo padre impiegato alle Dogane) poi per davvero, con occhi aperti. Diverte, fin da subito, e acchiappa per le buffe descrizioni dei "compari" di suo padre (tutti gustosamente diversi, s'animano nella visione buffa) per la divertente scena in Vaticano...

Non lo leggo il libro di Sally

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  Una amica  mi ha consigliato il libro di una giovane scrittrice irlandese: "Intermezzo" e l'autrice ha nome Sally Rooney. Prima di comperarlo a occhi chiusi, fidandomi (ma meglio non fidarsi mai) di Giovanna sono andata a vedere su internet come potevo, per di così, assaggiare lo scrivere della Rooney. E, come sempre con la rete che ha modi e mode insuperabili, sono riuscita nel mio intento. Ho letto qualche pagina di un suo libro precedente e poi due capitoli del nuovo. E... puntini di sospensione per atterrare più giù. No, non lo comprerò e no, non lo leggerò. E mi chiedo come possa piacere o dir qualcosa quella scrittura monca che pare lo scartafaccio di una dattilografa dei tempi miei. In stile ticchetocche.  Frasi scarne, monche, due parole due messe di seguito e poi a capo per una nuova riga in singulto o in singhiozzo e via così per pagine. E poi parolacce e tutto tirato via, senza per dire lo stile asciutto di Hemingway (che non mi è mai piaciuto, ma vivaddio lo...

Romaamor al De Merode

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https://bookabook.it/libro/romaamor/ Dal Brasile una bella notizia (e molto tenera, per me): Romaamor è nella chat di una classe del San Giuseppe De Merode, la scuola maschile che guardava in viso il Mater Dei. Ripropongo qui, tratto dal mio blog (ora chiuso) "Storie tragicomiche della mia infanzia" un piccolo post dedicato a quei ragazzi che mi innamorarono un poco tutti quanti, chi per una cosa chi per l'altra e che, a volte, popolarono i miei sogni di ragazza. Loro col vespone, il piumone, gli occhiali a specchio. Me li ricordo tutti quanti e di tutti potrei dire il nome, il cognome e come portavano i capelli. E molti di loro, al sabato pomeriggio, venivano in Via B. a giocare a pallone invitti da mio fratello Marco. In apnea, chiudete gli occhi, siamo nel millenovecento e forse ottanta qualcosa... giù, con la mia penna nella bella Romaamor di quei tempi oramai lontani, ma vivi nella memoria di molti: Al pomeriggio del sabato, il praticello della villa romana che era u...

Romaamor, quando arriverà?

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In via Clementina, ieri... Il cielo, lo immagino stellato, ma (sospiro) non lo vedo qui dalla finestrella di Roma (la mia pur Romaamor) che guarda sulla silente via del Boschetto. Ah i giorni sardi quando, dalla porticina della cucina, uscivo proprio a quest'ora di quiete in veranda e accompagnata dal piccolo Tigre che mi saltellava intorno, lo sguardo volava al firmamento lassù e m'abbracciava la notte trapunta di piccoli lumi, gli occhietti di Dio. La morbida coda di Tigre disegnava i suoi otto affettuosi, attorcigliandosi intorno alle gambe ed ero lì, sola a sola,  nella vita vera. Respiro. Patapunfete giù per terra. Per spiegare a chi leggerà il percome "Romaamor", in forma di libro di carta, non è arrivato (neppure a me che l'ho scritto). E qui copio e incollo quel che mi ha risposto l'editore al mio punto interrogativo.    Buongiorno Benedetta, La spedizione delle copie della tua Campagna Sono state messe in giacenza da poste invece che consegnate al mag...

Bookabook e io seconda puntata

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Piccola jana sarda (ne verranno altre più avanti...) Va bene, mi dico, proviamo con questa casa editrice giovane giovane, che (come si capisce dal nome bookabook, ossia, in traduzione, prenota un libro), pubblicherà lo scritto solo se esso, solo soletto, navigando nel mare magnum dell'editoria italiana, troverà almeno duecento lettori pronti a pagarlo anzitempo, ovvero parecchi mesi prima di riceverlo a casa. Una scommessa, un credo, fiducia in chi scrive. E duecento non sono pochi in Italia dove i lettori si contano sulla punta delle dita e sono sempre gli stessi, annegati dalle nuove uscite... Detto fatto, so tutto, le istruzioni sono chiare anche se tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Dopo aver fatto il mio buon labor limae a "Cuoresardo", compilo la scheda e pigio "enter". Via, nell'etere e già "Cuoresardo" è un poco meno mio. Dopo solo due giorni, se non ricordo male, mi arriva la prima notizia che decifro come positiva, in quanto ...

Nuovo blog, verde speranza

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 Eccomi, con un bel vestito verde da me tagliato e cucito, in festa per l'apertura del mio nuovo blog, che ha il mio nome e cognome, e che sarà il mio diario d'altri tempi, un librino del cuore, nel lume acceso. Domani  si comincia. Avanti!