Messiè, Petruccio, Qui Quo Qua e altri amichini

Il giardino - ore e ore e ore di lavoro mio - è tutto ripulito, fioriscono aranciate le lantane e  candidi svettano i calici degli oleandri, il plumbago, nelle sue iridescenze d'indaco, ricama con i suoi teneri fiorellini il cielo bigio e, nel vento che respira l'infinito, mirti, corbezzoli e lentischi mi rimandano il profumo di Sardegna che sentivo quando, in giugno, bambina, toccavo l'isola del mio eterno sogno.

La data della partenza s'avvicina e saluto i tanti amichini che m'han fatto compagnia per tanti mesi. E sono le ghiandaie dalla coda azzurra che sfrecciano da un querciolo all'altro in cerca delle loro nocine, i tanti gatti che ho chiamato Messiè (un gatto grigio, maschio, che mi guarda e schiaccia le palpebre in saluto), poi Mangiatrice, una gattina sempre famelica che fa uscire dai gangheri Messiè. E poi...

Poi ci sono poi Qui, Quo, Qua, i nuovi micetti nati da mamma tartarugata che però sono residenti in un'altra casa e solo di rado saltellano in terrazzo, chiedendo croccantini.

Oh, dimenticavo la mia lucertola elegante nella sua livrea smeraldina che, quando leggo, mi osserva dal suo trono di luce e resta immobile in un dolce tu per tu con me che butto un occhio al libro e l'altro a lei. E ora che ci penso un altro signorino si è fatto sovente vedere da queste parti: un rospo! Non gli ho dato un nome ma visto che, se lo incontro, fa finta di essere un sasso penso che lo chiamerò Petruccio. E ora ve lo mostro in foto qui sotto e poi corro a raccogliere i corbezzoli...




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