Un omaggio con Romaamor
Sto cucendo un cuscino sorreggi laptop, con la Madonnina di Guadalupe! L’appartamento dei miei nonni paterni, arioso, ampio di stanze e di balconi, s’affacciava su un giardino condominiale d’ombra e verde, tenuto come un luogo fatato da uno scorbutico giardiniere di nome Sandro. Tutt’intorno a quel cuore d’alberi e piante, dove, in una fontanella di pietre, nuotavano dei pesci rossi, c’erano quattro palazzine di cooperativa, costruite per i dipendenti del genio militare, ed erano alte di sei piani toccando col capo il cielo e tutte con i piedi ben piantati sull’Appia Nuova. Andavo a pranzo dai nonni paterni al giovedì solamente, con mio fratello Marco. Laelena, piccola e rotonda, preparava il tavolo in tinello per noi, per i nonni e per la zia Cecilia, detta Cilia, che lì, vedova e da Trieste, si era ritirata. Un giorno, a sorpresa, eccomi, stretta in un cappottino scuro di qualche cugina, rotolata in macchina con tutti i fratelli e andiamo a trovare i nonni e io a ripetere a m...