Io scrittrice, con Casper

 




Per gioco, per divertimento e per vedere come andava, lo scorso gennaio, mi sono iscritta al torneo "Io scrittore" che è figliolo di grandi case editrici, di editor da serie A e di tutto il mondo letterario migliore di questo nostro piccolo Paese. Ho mandato, dunque, come da regolamento l'incipit del mio "Dormi Cecilia", che è un romanzo mio milanese e fresco di penna. Scendiamo giù e spiego le istruzioni.

Dunque il torneo si svolge così. Il partecipante invia il suo incipit che deve essere impaginato in modo tal dei tali, poco dopo gli arrivano dodici incipit di altrettanti partecipanti e tutti da valutare ovviamente. Solo facendo le pulci a tutti e dodici gli incipit s'ottengono, mesi dopo, le dodici valutazioni sul proprio scritto. Così ubbidisco, leggo (a fatica alcuni) e scrivo qualche riga in forma positiva, cioè per spronare chi scrive a migliorarsi.

Le mie valutazioni, a parte una (che però è lunga e anche troppo lunga) sono tutte positive e me le sono salvate sul computer e un giorno, quando "Dormi Cecilia" uscirà (se uscirà mai...) le pubblicherò. Intanto avanti con le istruzioni.

A questo punto, scopro che il mio incipit non ha passato il primo vaglio e quindi, mmm, remi in barca e avanti a vogare verso altri lidi. E mentre viro a babordo ecco che mi giunge una mail dagli organizzatori del torneo, i quali mi chiedono di continuare il viaggio, solo come valutatrice dei romanzi altrui.

La cosa non mi dispiacerebbe, ma, con prudenza, vado a sbirciare le opere che han vinto le scorse edizioni e, con la complicità di Amazon (per dire) che consente di leggere un estratto di ogni libro, li leggo... i titoli non li riferisco, ma prendo carta e penna virtuale, ringrazio e declino l'invito. Il perché è semplice: io, ai libri che hanno vinto, non avrei fatto passare nemmeno le prime forche caudine... non posso proprio continuare, lo capirebbe anche il gatto Tigre. Addio!

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