Polly, il mio sassolino

Due bamboline del laboratorio Bebabou in vendita all'erboristeria La Luna nuova di Via dei Serpenti...

Fin da piccolissima, leggevo. Oh, no, non ero di quelle bambine che se ne stanno d'un canto, con il libro aperto sulle ginocchia, sorde al contorno frivolo e immersa nel suo mondo immaginario che nascondeva chissà quali profondità. Nonono, niente di tutto questo. Io, nei libri cercavo qualcosa. Non sapevo bene che cosa, ma la cercavo. Ed ecco perché, credo, quando tutte le mie amichine leggevano "Piccole donne" della Alcott, il mio libro di lei era invece "Una ragazza fuori moda". E Polly, così diversa dalle altre, la mia eroina, che mi piaceva mille volte più di Jo March, che tanto andava di moda allora.
In cima all'armadio del corridoio, in alto, in alto, dove conservo i miei anni verdi in forma di fotografie, lettere, vita scritta e fotografata, ho ancora la mia copia di allora di quel piccolo libro che mi formò fin da subito come, sì, come bambina e poi ragazza fuori moda. Fu il primo sassolino, quello, e subito dopo un altro che si chiamava Marigold. Ma di Marigold parlerò un'altra volta, se vi va di seguirmi in questo viaggio a ritroso negli anni. che avvolge in una spola il nastro del presente per tornare, correndo, agli anni Settanta.
 La mia copia di allora aveva la copertina cartonata e su disegnata una bella ragazzina mora con la coda di cavallo. E, fuori, non mi somigliava punto la Polly, ma dentro un poco sì. Così cercavo di capire, ma niente capivo allora nella confusione del mondo che mi allettava, mutando i colori a modo suo, mettendo a capo in giù le mie prime idee, le intuizioni. Mia madre  mi ordinava questo e quello e la mia risposta muta era sempre "Non è così". Ma non sapevo come era e dovevo capirlo molti anni dopo e i libri tante pietruzze di Pollicino... Ed ecco perché ho intitolato il mio nuovo blog "Piccolo diario di una scrittrice fuori moda". A Polly sarebbe piaciuto, credo, e a voi?

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