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Franco, Erskine ed io

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https://www.nuovaeditriceberti.it/libri-nuova-editrice-berti/narrativa/lenigma-delle-sabbie/ Ero giovane, sui vent’anni, quando, via una cugina alla lontana, conobbi Franco Scaglia, allora giornalista Rai e poi scrittore di successo. Mi commissionò la traduzione della prima spy story mai scritta che si intitola “L’Enigma delle sabbie” e l’autore un irlandese di nome Erskine Childers. Precisa, alla scadenza gli presentai le pagine tradotte ben filologiche e fedeli all’originale, in stile borbonico ottocentesco, per capirci. Sedemmo uno di fronte all’altro per qualche minuto nel salotto profumato della sua bella casa ai Prati di Castello. lesse tenendo a pinza tra pollice e indice qualche aqquattro, poi lo vidi (e scolorii): stracciava il mio dattiloscritto (non c’erano ancora i computer e avevo battuto tutto sulla mia Olympia Olivetti dono di mio padre per il mio diciottesimo compleanno…). “Mmmma – balbettai. E lui, guardandomi diritto nelle pupille mie basite: "Forse non hai c...

Il vento è il respiro del Creato

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Conto i giorni che mi restano fino alla partenza  e penso a quanto mi mancherà, pur nella mia Romaamor (e le mie chiese ritrovate nella Messa del gallo!), il vento sardo, che è balsamo anche di notte in questi lidi.  Insonne e tutta pianto e gelo per l'inverno della Chiesa (dove il sei settembre è accaduto davvero l'impensabile e mi viene da dir con Cesare il dado è tratto...) me ne stavo lì, sola, a vivere di minuti e poi a recitar collane di giaculatorie  sul terrazzino - che io chiamo casa delle bambole - che guarda il giardino, il mare e in fondo la sagoma di Tavolara. Il silenzio m'abbracciava tutta quanta e neppure il rumore della risacca, proveniente dall'anello della baia, riusciva a rompere l'incantesimo e a darmi coraggio.  Il firmamento era color cobalto, la luna in ritirata pur lucente e d'oro, percorreva lenta e lontana il suo cammino lassù, le stelle, fredde, d'argento vivo, mi osservavano come tanti occhietti curiosi e poi d'un tratto ecco...

Martedì 16 settembre, ore 12...

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  Ci siamo quasi, martedì alle 12, scatta la mia piccola ora x e Cecilia, la mia Cecilia, sotto la protezione di sant'Eufemia (a a Milano Sant'Eufemia era la sua parrocchia...) comincia il suo viaggio e io, con la mia valigia piena di storie (ho appena iniziato il prossimo libro qui tra le onde sarde...) parto con lei verso l'ignoto con la speranza accesa e con il cuore in alto!

Raganelle e letteratura

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I segnalibri che manderò ai sostenitori di Dormi Cecilia. Si parte il 16 settembre,  con il crowdfunding di bookabook, avanti (lo dico a me stessa) e cuore in alto!   Riportando i libri (solo sfogliati) in biblioteca, questa mattina di mite e luminoso settembre, ripetevo tra me e me in pissi pissi  bau bau, questo triste mantra: "La letteratura, Benedetta mia, è morta". E ora che sono a casa, davanti al mare blu, con Tavolara regina che laggiù si stira in tanta bellezza, lo ripeto ad alta voce, sicura che nessuno sentirà: La letteratura è morta". Nei libri di oggi, quelli che prendo in prestito o che mi regalano, e che finiscono di solito a sonnecchiare sul comodino prima di essere riportati, intonsi, a casa loro o prima di passar di mano, non trovo mai e ripeto mai uno stile interessante, la cura per le parole e per le frasi, l'attenzione alle immagini usate che se sono abusate fanno piangere il gusto. Non trovo nulla se non parole spiattellate lì come capita, come ...

Piogge sarde

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Le piogge di fine agosto qui a Cala Girgolu mi trovavano nella piccola camera a due letti, color turchese, che dividevo con Marco. Io, con Il naso schiacciato contro il vetro a guardare la marina velata come una sposa, contenta, però. Picchiettavano sull'impiantito, danzando e in tutta allegria gli aghetti del cielo, l'aria si riempiva di fragranza di Sardegna, lentischi, corbezzoli, quercioli si stiracchiavano, felici, dopo la calura agostana, che li aveva sfiniti e il plumbago, in fantasmagoria di fiori azzurri, pareva rinascere in una rinnovata dopostoria, sciogliendosi tutto nella rinascenza. E noialtri, chi poteva, indossavamo la giacca a vento rossa (la mia) e via di corsa per lo stradone trasformato in fiume di fango a fare il bagno in mare. La voce della Mimma, acuta, chiara, ci sfiorava le orecchie: i fulminiiiii. Entrava di qua e usciva di là, spallucce. Tutti ridendo a piedi matti eravamo già sulla spiaggia e il primo che raggiungeva le onde, sfogliandosi di doss...

Folgorazioni, i miei sedici anni

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  Bambina, seria, tra tanti fratelli che mi ignoravano, osservavo il mondo e tra me, silente e ostinata, ripetevo: "Non è così" quando mia madre mi diceva è così e cosà e devi far questo e quello e quell'altro. Lo facevo, ubbidiente, certo, ma dentro sapevo, non so dire perché, che un giorno avrei trovato la piccola strada che conduceva alla verità. E' per questo, credo, che iniziai a scrivere. Le parole, sirene di luce, squadravano la pagina buia in cui mi muovevo, mi aiutavano a sgarbugliare le apparenze,  a dar aria al pasticcio di cui sono fatti i nodi del mondo. Scrissi il mio primo racconto a sedici anni e si intitolava "Riti di passaggio".  Fu scartato da Marcello Baraghini quando, io già di  ventisei anni, pescò tra i miei tanti, brevi scritti quelli che avrebbero formato "L'ingegnere e altri racconti" diventato poi un Millelire con la sua Stampa alternativa. Caro Marcello, quanti ricordi, quante parole ripetute, e noi ridenti, dal tuo ...

Elsa del mio cuore

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S'accendono le lucine nella baia e i lumini delle barche alla fonda. La terra pare un piccolo firmamento che scolora quando pian piano il cielo si veste di scuro per far posto alle tremule stelle. Io, qui, nel silenzio settembrino che mi solletica il ricordo, penso a quando, sui diciannove anni, incontrai per la via mia letteraria Elsa Morante. Fu amore incondizionato a prima vista. Lessi prima d'un fiato "La Storia", subito dopo "L'isola di Arturo" e poi, e ancora mi commuovo, "Menzogna e sortilegio". E c'era nelle sue storie pur amare, una lucente, meravigliosa speranza che altrove vi fosse la felicità... Sorrido tra me mentre ripenso a come desideravo ardentemente che arrivasse la sera per ritrovarmi, nel mio letto rosa, sola, a tu per tu con Elisa e con tutti i personaggi che popolavano il suo romanzo, per me, napoletano. Poi arrivò "Aracoeli" e il disincanto. Un libro duro, scorato che aveva perduto la speranza. Rincorrevo...