Una domenica con Carla
La mia prima domanda e forse anche quella di chi legge è: "Ma perché il mostro se nelle foto di mostri non si vede traccia, anzi pare la bellezza l'ingrediente quanto basta?". Mi risponde Carla: "L'occhio del fotografo, si dice, cerca fuori il "mostro" che si porta dentro". E non è detto che sia per forza un mostro. Infatti, niente mostri. Mi muovo nel buio accogliente che avvolge la lunga sala del Tag, animata da foto che a volte paiono quadri, come nel caso del pesce in gusto giapponese di Michele De Murtas. Altre volte sono ispirati da quadri, come "La ruota del tempo" di Stefano Ziccardi che fa pensare subito a Edward Hopper o come "Ritratti invisibili" di Milena Lena che subito rimanda a Magritte...
Cammino e mi perdo in una foto e in un'altra, indovinando umori, personalità, pensieri di chi le foto le ha scattate. D'un tratto, oh che meraviglia! Sono due foto, firmate Tanizergh (oh mi pare di conoscerla questa signora...). Esse, le foto, mi rimandano lo sguardo acuto di chi è riuscito a catturarle. In una, forse la più bella, il gioco delle luci, nella strada al tramonto, racconta una ricerca, la ricerca di un altrove migliore e possibile. Che è forse il "mostro" che tutti ci portiamo dentro. Ecco, è ora di andar via e vorrei parlare di tutti gli altri, ma lo spazio non c'è e rimando alla prossima volta, che ci farà. Prima di andar via, lo sguardo mio cade sulla Chiesa di Santa Passera e anche se una santa con quel nome non c'è stata mai, nella Chiesa, medievale, si dice Messa...



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