Alba rosa


Ieri a Milano è nata una bambina. Si chiama Alba, come l'alba rosa di un nuovo giorno, che lei abiterà, protetta, lo so, dal suo papà che è mio cugino. Un'altra bambina, Nicole, è nata, qualche mese fa, a mia nipote e presto, col nuovo anno, a Davide, il figlio di una simpatica amica, nascerà una piccolina che, come mi ha detto, chiamerà Noemi. La vita palpita, germoglia, fiorisce. E vince sempre, mentre la morte, che ci viene servita a tutte le ore in televisione e tutt'intorno (anche in forma di orrido "suicidio assistito") trema di fronte a tanti fiori di speranza,  e se ne scappa via recando in un sacco i suoi frutti maligni che sono  anche legge dello Stato o vorrebbero diventarlo.

Ecco, il mio sorriso in fiocco rosa s'accende in questa coda di novembre che già piega verso dicembre, il mese dell'Avvento, in cui  attendiamo la nascita del Bambino, del Salvatore che, bianco e biondo, nasce a Betlemme, portando con sé la Via, la Verità e la Vita. Gesù Bambino (oh quanti ne aveva, di Gesù Bambino, mia mamma in collezione e alcuni li ho  ereditati io, custoditi nella vetrina delle meraviglie)  nasce a Betlemme e nel nostro cuore, donando Fede, Speranza e Carità a questo mondo di tenebra, dove la morte galoppa col casco da astronauta sul cavallo bianco dell'Apocalisse, spargendo  lacrime e sangue, quelle di cui si nutrono i programmi tivvù e tanti brutti libri pieni di morti ammazzati. Che io ho smesso di leggere. 

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