Parola di creatura pura
Questa è mia madre, l'ho sognata stanotte e qui la metto ancora bambina
Il mare, anzi le onde ricamate di bianco sembrano entrar dalla finestra aperta, mentre soffia il maestrale, pulendo il cielo degli angeli. Dal telefonino mi arrivano le cure romane. Devo rinnovare un contratto scaduto (presto, presto, chiamare Vittorio ed è pure il giorno suo di San Bonaventura, francescano che amo), con i fratelli è sempre tutto un dilemma, e chi scrive e chi no, ma vola il latinorum, chiama la dolce Giuly da Padova, ma perché la suoneria non suona? Ora Marilena mi manda le foto del figliolo che fa il compleanno e Marco le ultime dal Vaticano. Sento anche Carla, amica della mia anima, e parliamo di lavoro, di Sicilia e d'altro ancora che tengo cucito nel segreto mio.
Ora è già quasi sera, il vento è andato a farsi un sonnellino e l'acqua è una tavola d'argento mentre il cielo si colora d'arancio, Tavolara indossa la sua camicina da notte in tinta azzurrata con merletti rosati, tornano, tra scie bianche, gli ultimi gitanti e io sono nella mia radurina a interrogare le piante su quanto viviamo. E mi parlano e mi spiegano e presto scriverò per Stilum Curiae la loro lezione che è divina perché parola di creatura pura...

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