Castellaneta, una piccola grande scoperta
Quando ero ragazza io, ai tempi di Enea, esistevano gli scrittori dei quali si conoscevano i nomi. e i cognomi O almeno io li conoscevo perché, all0scita dell'ultimo volume, ne scrivevano i giornali. E pur non avendo spesso letto i loro libri, ne sapevo titolo e contenuto. Erano nomi e persone: Mario Biondi, Fulvio Tomizza, Carlo Sgorlon. Famosi, si, perché scrivevano bene.
Tra i nomi che ricordo c'era anche Carlo Castellaneta, milanese, del quale mai ho letto una riga. Così è stata gioia e sorpresa immergersi nelle sue memorie di bambino e ragazzino in questo suo "Un'infanzia italiana". I tempi erano fascisti, i bimbetti erano balilla e Carluccio (cos' veniva chiamato in famiglia, nella sua numerosa famiglia, tre maschi e una bambina), anno dopo anno, diventa grande e sfollato da Milano per la guerra dirà addio per sempre agli anni verdi. Il bello è che più volte, nel leggerlo, mi sono detta anche da noi, anche da noi era così. Anche i miei fratelli avevano i pantaloni corti e le ginocchia infreddolite e nude...
Riflessione: i padri erano severi, volavano gli scapaccioni delle mamme, nelle case vi eran tanti fratelli, i bambini litigavano, si tiravano sassi con le fionde, si innamoravano delle sorelle degli amici e venivano reslinti nell'eterno gioco dell'attrazione, e sono venuti su meglio di oggi che tutto è liofilizzato e findus... Vi consiglio questo adorabile, agile libretto!
Ps: su facebook ho un gruppo che si intitola "I libri degli altri", se volete unirvi a noi felici pochi siete i benvenuti!

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