Ricordi siciliani e una scrittrice napoletana (che amo)

 




Ero andata in Sicilia, terra di limoni e d'arance (Oh Carla, grazie per le arance che arriveranno!), per un premio letterario intitolato  a Leonardo Sciascia e più in precisione premio Racalmare Leonardo Sciascia e vincitrice, allora (oh quanti anni fa mi viene male a pensarci...) una signora russa di nome Cecilia Kin con il suo "Autoritratto in rosso", che non ho mai letto e che era stato pubblicato dalla casa editrice Lucarini che mi vedeva nientemeno che capoufficio stampa. Ma lei, la Kin, c'era e la ricordo, non so perché, tutta sorrisi e rotondetta e forse neppure lo era.

Comunque fu durante quelle belle giornate agrigentine che ebbi la gioia di conoscere Mila Curradi, in arte (scrittrice) Luisa Adorno, e suo marito il professor Vittorio Stella. Toscana, brusca di modi, spigliata nel semplice vestire e allegra lei, lui siciliano, in canottiera anche d'estate per paura degli spifferi, tutto precisione e sorrisi a labbra cucite.
Fummo amici, io che m'affacciavo appena ai venti anni, e loro già con i capelli grigi, da allora e per molti anni. Al giovedì, prima di andare al giornale, ero a colazione (così veniva chiamato il desco) da loro e s'apparecchiava, lei e io, la mensa su un tavolino rotondo, con la tovaglia in pizzo, che guardava sul cortile interno del palazzo a San Giovanni. Le vivande andavano e venivano trotterellando su un carrello in legno scuro. Piatti spicci, senza pretese. E il sugo era il nostro parlare alato. Di letteratura, pittori, ricordi. Lei mi raccontò che, bambina, vedeva a Viareggio Pirandello con la sua Marta Abba, che non era moglie ma sua musa. Lui, tra tante cose essendo di mestiere professore di Estetica, mi parò di Clotilde Marghieri.
E qui, approdo. Una scrittrice che ho amato tanto per il suo "Vita in villa". Spiritoso fino alle risate mute e solitarie nel racconto di quanto diverso dal sogno sia vivere in campagna. Almeno nella sua villa ai piedi del Vulcano. Bellissimo è anche il suo "Le educande" per la scrittura magnifica, l'ironia, l'incanto di quei dorati giorni che più non torneranno. E che vi consiglio di mettere nelle provviste per il letargo...

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