Firmato: una boomer
Ecco in foto qui, in anteprima, "Giù la piazza non c'è nessuno" di Dolores Prato, un capolavoro imperdibile per quanti desiderano fare lo "story telling" (per usare un termine che detesto ma che si usa) della propria vita rendendola, a modo suo, una cosa buona per tutti perché tutti possono dire: "io pure!", "anche io così!".
Dolores insegna a raccontarsi, pur nel dolore di una esistenza difficile, con ironia accesa e pungente, con dolcezza, con perfezione. Ogni parola ha un senso ed è unica, luminosa, splendente nella frase rotonda, ben disegnata e colorata con i pennarelli... Lei, ad esempio, bimba non voluta da sua madre, fu spedita dallo zio prete Don Domenico e dalla sorella di lui, Paolina. Crebbe esule nella cittadina di Treja e la raccontò con amore negli edifici, nei visi delle persone che vi abitavano, nei crocicchi, nelle strade. Veniva, a volte, a trovarla una zia, amatissima, che tenendola sulle ginocchia le cantava, strapazzandola di coccole, una filastrocca: "Giù la piazza non c'è nessuno". E fu il titolo riuscito e sgrammaticato di un capolavoro.
Infine un consiglio agli scrittori più giovani, i millennium, la generazione Z e gli altri, con tutte quelle sigle che non ricordo. Il consiglio deriva da un colloquio con un giovane aspirante scrittore, sulla ventina, con non so quanti followers su Instagram, che alla mia domanda se aveva letto Gogol ha fatto spallucce. E ho capito che non sapeva neppure chi fosse l'autore dell'inarrivabile "Le anime morte". Presto, il consiglio. L'ho scritto in pennarello rosso qui sotto!
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