A fine stagione, quando le piogge sferzano la marina a Cala Girgolu, la baia è deserta e le piante respirano nei loro lucenti vestitini verdi, ce ne andiamo, mio marito e io, a trascorrere un giorno di riposo dalle cure della grande casa, a Budoni. Lì gironzoliamo nei radi negozini (ma difficile trovar qualcosa che sia davvero sardo, io quest'anno avrei comperato delle campanelle di pecorella, oh il dlen dlen del mattino presto!) e poi a mangiare in una pizzeria "Da Carlo", dove le pietanze hanno tutte quante nomi sardi: pizza luddui, pizza San Gavino, pizza sarda... E questa volta, prima del pranzetto, eccoci in un lungo arenile di sabbia bianca che si chiama appunto Baia di Budoni e qui seduta sono io, nel vento pazzo che mi fa gelare i piedi e arrotolare i capelli in selvaggia furia. Ho con me la bennibag Cuore Immacolato di Maria e le ballerine rosa cipria che mi hanno seguita, fedeli all'incarico, in questi lunghi mesi miei sardi... Ora, vista così, pare la pu...